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Ozieri, presentato il progetto del Serd Educare sulla strada

ragazzi
CAGLIARI, 1 LUGLIO 2009 – Si chiamano Antonello ed Elena ed hanno rispettivamente 29 e 32 anni, sono gli operatori di strada che già da oggi saranno impegnati ad inserirsi nella realtà giovanile ozierese per offrire un supporto ai ragazzi di età compresa tra i 13 e i 24 anni.
Si tratta del progetto “Educare sulla strada” che il Serd di Ozieri porterà avanti, in via sperimentale per un anno, con il Consorzio delle cooperative Andalas de Amistade di Valledoria. Il progetto è stato presentato lunedì nella sala riunioni dell’ospedale del Monte Acuto da Danila Grazzini responsabile del Servizio dipendenze della Asl di Sassari, Maria Francesca Sardu responsabile del Serd di Ozieri, Agostino Loriga vicepresidente del Consorzio delle cooperative e da Antonio Saba responsabile del distretto sanitario di Ozieri.
Erano presenti il sindaco di Ozieri Leonardo Ladu, l’assessore comunale ai Servizi sociali Filippo Fele, l’assessore alle politiche giovanili Beatrice Chessa, Pier Gianni Seu membro Commissione Sport del Comune, Antonio Arca presidente del consiglio comunale, la dirigente della scuola media del paese Mattia Pericu, rappresentanti di associazioni di volontariato, sportive, della Caritas e rappresentanti del consiglio comunale dei giovani.

L’iniziativa è nata dall’esigenza di acquisire una maggiore conoscenza sulla diffusione delle sostanze legali e illegali e condotte di dipendenze negli adolescenti e giovani adulti. Ecco allora che “Educare sulla strada”, inserito all’interno del programma regionale di interventi nel settore delle dipendenze, si propone di andare incontro ai ragazzi cercando di stabilire un contatto diretto che possa culminare in un rapporto di fiducia, presupposto fondamentale dell’attività di prevenzione. Compito degli operatori di strada sarà quello di dare ai giovani una corretta informazione sui rischi per la salute correlati a condotte di uso e abuso di sostanze. Forniranno inoltre informazioni sulla normativa vigente, anche sugli articoli del Codice della strada relativi alla guida sotto gli effetti di alcol e droghe.

Un progetto ancora in divenire, «un contenitore che va ancora riempito – ha spiegato Agostino Loriga –. Ci siamo interrogati sul modo in cui entrare nel territorio. Ho immaginato i nostri operatori come veicoli tra i servizi specializzati e la complessità dei giovani». I metodi di intervento saranno diversi, applicati a ciascuna situazione, come ad esempio counseling e focus group. «Ma la metodologia più importante sarà la capacità di lavorare nella confusione e nell’ambiguità di situazioni spesso al limite – ha sottolineato il vicepresidente di Andalas – per questo motivo sarà necessaria una stretta collaborazione con tutte le realtà del territorio e soprattutto di tutta la comunità ozierese. La prevenzione non la fa l’operatore, ma l’intera comunità».

L’auspicio di una collaborazione più vasta con tutte le associazioni sportive, religiose, culturali, è stato espresso anche dalla responsabile del Serd di Ozieri Maria Francesca Sardu, che ha sottolineato i buoni risultati raggiunti grazie al lavoro integrato svolto con il Comune e i Servizi sociali. La dottoressa ha spiegato come siano cambiate le abitudini legate al consumo di sostanze da quando il Serd si chiamava Sert e si occupava prevalentemente di dipendenze da eroina e cannabis. «Ora lo spettro d’azione si è ampliato e tra le dipendenze sono comprese anche quelle comportamentali come internet, gioco d’azzardo. Ma soprattutto abbiamo riscontrato sul territorio un incremento dell’abuso di alcool, cannabinoidi, cocaina».

Danila Grazzini, responsabile aziendale del Serd, si è invece soffermata sull’illustrazione dei progetti aziendali approvati dalla regione, tra i quali Drop in e Unità di strada e, oltre a quello di Ozieri, quelli di inclusione e riabilitazione sociale attivati nel distretto di Alghero. «Una vera e propria azione di prevenzione che – ha detto Antonio Saba, responsabile del distretto – rappresenta un esempio di medicina proattiva, basata su una forte integrazione socio sanitaria, in grado di avvicinarsi ai pazienti cogliendone esigenze e necessità».