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A Sassari un incontro sulla nuova influenza A/H1N1

laboratorio analisi
CAGLIARI, 2 LUGLIO 2009 - E’ stata l’occasione per fare il punto della situazione sulla nuova influenza A/H1N1, analizzare i casi registrati in Italia e nel resto del mondo. La riunione, che si è tenuta martedì nell’aula magna dell’Istituto di Igiene e medicina preventiva di Via Padre Manzella a Sassari moderata da Maria Stella Mura, direttrice dell’Istituto di malattie infettive dell’Aou di Sassari, ha consentito anche l’avvio di un confronto sulle possibili strategie di contrasto che potranno essere avviate nel periodo autunnale.
A discuterne, con gli operatori dell’Unità di crisi formata da esperti dell’Asl di Sassari e dell’Azienda ospedaliero universitaria di Via Coppino, un ospite d’eccezione, Gianni Rezza, responsabile del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità.

A livello internazionale i casi confermati di nuova influenza A/H1N1 sono complessivamente 59.829 e i decessi sono 263. Una situazione che ha convinto l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ad innalzare al sesto livello l’allarme del rischio di pandemia dell'influenza A, non per la gravità della patologia, quanto per la diffusione geografica.
In Italia al momento sono 123 (dato al 30 giugno) i casi confermati di nuova influenza umana A/H1N1. «Nel nostro paese – ha detto Rezza – sono stati registrati casi di viaggiatori che hanno avuto contatti nei paesi a rischio. La situazione generale sta evolvendo perché stanno aumentando i casi nel resto del pianeta. E se anche in Italia potrebbero crescere, al momento è anche vero che il rischio è contenuto».
«Da noi il livello reale di rischio è ancora a cinque – ha ripreso – anche perché non si sono registrati casi di trasmissione del virus che non avessero come origine soggetti contagiati dopo un viaggio».
Hanno funzionato quindi i sistemi di “contenimento” sino ad ora adottati, come le misure di isolamento dei malati e, dove necessario, la terapia con antivirali. Ma la guardia non deve essere abbassata. «Dobbiamo essere preparati – ha detto ancora l’esperto dell’Istituto superiore di sanità – perché dobbiamo aspettarci la partenza di pandemia anche da noi. Una diffusione che potrebbe verificarsi a causa dell’intensificarsi dei viaggi e alla riapertura delle scuole».
L’obiettivo è allora quello di ritardare il più possibile l’arrivo del virus con una forte attività di contenimento, questo perché si possa avere a disposizione il vaccino.

Un ruolo fondamentale nel controllo dalla malattia allora verrà giocato proprio dalla campagna di vaccinazione stagionale, «che – ha sostenuto Paolo Castiglia dell’Istituto di Igiene e medicina preventiva dell’Aou – dovrà avere la più ampia pubblicizzazione e diffusione», con un’azione rivolta in particolare sui soggetti che possono essere considerati più a rischio. E se permangono ancora interrogativi sulle quantità di vaccini a disposizione, su quanto debba essere estesa la vaccinazione e quindi su chi dovrà essere vaccinato, «sarà importante scegliere una linea di indirizzo nazionale – ha detto Alessandro Maida, direttore dell’Istituto di Igiene e medicina preventiva – che dovrà essere messa nero su bianco. Nella stagione prossima la strategia adottata per la campagna di vaccinazione stagionale e quella eventuale contro il virus della nuova influenza saranno fondamentali per condurre con successo la lotta alla pandemia».

Nelle azioni da seguire non dovranno inoltre essere dimenticate le misure di igiene e protezione individuale, come il lavaggio delle mani, l’igiene respiratoria, l’isolamento volontario e l’uso delle mascherine. «Si tratta di consigli che già da maggio abbiamo inserito nel pieghevole che la Asl, in collaborazione con la Aou di Sassari, ha realizzato e distribuito ai medici di medicina generale – ha detto Fiorenzo Delogu, responsabile del Servizio di Igiene e sanità pubblica dell’Asl sassarese –. Un vademecum sul percorso assistenziale che deve essere seguito in caso di allerta da virus della nuova influenza».
La brochure riassume le circolari ministeriali emanate nel mese di maggio, periodo immediatamente successivo allo scoppio dell’influenza in Messico e negli Stati Uniti. Al suo interno viene data la definizione del caso, con l’indicazione dei criteri epidemiologici e clinici, quindi la descrizione dei casi sospetti e probabili e l’indicazione delle comunicazioni che devono essere inoltrate dal medico di famiglia alla Asl. Si parla ancora di isolamento domiciliare, di indagine epidemiologica e sorveglianza sanitaria, quindi di isolamento ospedaliero di notifica e conferma del caso. Chiudono le informazioni relative alle misure nei confronti dei contatti stretti dei casi probabili, nei confronti degli studenti, quelle per gli operatori sanitari e quelle individuali. «A breve – ha concluso Delogu – seguirà un documento interno rivolto esclusivamente ai nostri operatori».