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L'agricoltura come strumento di recupero sociale

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ORISTANO, 20 AGOSTO - Una rete di soggetti, associazioni ed enti mirata all'inserimento nelle attività agricole di persone affette da disagio psichico e disabilità fisiche, detenuti, ex detenuti o beneficiari delle pene alternative al carcere. A farne parte sarà anche l'Azienda Sanitaria Locale n°5 di Oristano, che oggi, giovedì 20 agosto, nella sede legale di via Carducci ha sottoscritto il protocollo d'intesa per l'adesione al progetto.

Fra i firmatari del protocollo d'intesa, accanto al manager della Asl 5 Bruno Palmas, anche il direttore della Casa circondariale di Oristano Pier Luigi Farci, il presidente del consorzio “Terra Madre” e della cooperativa sociale “Il Samaritano” don Giovanni Usai, il presidente della “Comunità Il Seme” Antonello Comina e il presidente della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Serafino Mura.

L'obiettivo è quello di offrire ai soggetti fragili – fra cui quelli che soffrono di disturbi psichici o diversamente abili – opportunità di inclusione sociale attraverso il loro inserimento lavorativo nelle fattorie sociali e nelle reti di servizio che attorno ad esse ruotano, la partecipazione a progetti specifici a loro rivolti, l'attivazione di programmi di formazione degli operatori coinvolti nella rete.

Il progetto che vede coinvolta l'Azienda sanitaria di Oristano si innesta in un percorso già avviato dai soggetti del terzo settore, denominato “Terra Madre”: un modello di agricoltura sociale ed ecocompatibile incentrato sull'economia solidale e sullo sviluppo sostenibile, che sceglie di adottare una serie di buone prassi nell'intera filiera di produzione, distribuzione e vendita. Se nella fase della coltivazione, il valore aggiunto è dato dall'impiego di persone che presentano disabilità o che escono dal carcere, nella fase della commercializzazione si opta per la formula della vendita “a chilometri zero”, o all'interno del “Giardino delle diversità”, un mercato di produzioni etico-solidali provenienti dalle fattorie sociali della provincia di Oristano, o attraverso i GAS (gruppi di acquisto solidali): due canali distributivi che accorciano la catena di trasporto e riducono il carico energetico degli alimenti in termini di confezionamento, refrigerazione e immagazzinamento, e quindi il loro impatto ambientale.

Il ruolo della Asl nel progetto “Terra madre”, come ha spiegato il direttore generale Palmas, si gioca su più fronti. In primo luogo, sarà offerta ai soggetti che soffrono di disturbi fisici o psichici un'occasione di inserimento in un percorso lavorativo e in un programma di abilitazione, riabilitazione e recupero che ne favorirà l'inclusione sociale, ciò che fa parte dei compiti istituzionali del sistema sanitario.

In secondo luogo, il progetto vedrà la Asl coinvolta anche sul versante della fruizione e del consumo: coltivati nelle fattorie sociali dell'oristanese, i prodotti agroalimentari potranno approdare nelle stesse mense ospedaliere dell'azienda, beneficiando di una maggiore freschezza e migliore qualità, in quanto a chilometri zero, senza additivi e conservanti che ne compromettano la bontà.

L'accordo ha, infine, fra i suoi scopi quello di avviare nelle scuole della provincia una campagna di sensibilizzazione sulla sana e corretta alimentazione con programmi di educazione alimentare, incontri didattici e laboratori. Una serie di iniziative, quelle contenute nel protocollo sottoscritto dalla Asl, che mirano ad attivare un circolo virtuoso, utilizzando l'agricoltura come strumento sia in termini riabilitativi che di promozione e diffusione della salute fra i consumatori.