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Mars, nuova metodica per la cura dell’insufficienza epatica

santissima annunziata
SASSARI 14 DICEMBRE 2010 – Si chiama Mars (Molecular adsorbing recirculating system), o più semplicemente dialisi con albumina: è una metodica che consente il trattamento della grave insufficienza epatica. Una tecnica all’avanguardia, al momento l’unica in Sardegna, di cui si è dotato di recente l’ospedale “Santissima Annunziata” di Sassari, e che vede già operativo il personale medico e infermieristico della Struttura complessa di Nefrologia dialisi e trapianto che opererà in sinergia con la Struttura complessa di Rianimazione.

La struttura sassarese si è infatti dotata di un’apparecchiatura che consente questo tipo di trattamento e che domani, 15 dicembre alle ore 14, sarà anche al centro di un convegno organizzato dalla Struttura complessa di Nefrologia dialisi e trapianto in collaborazione con la Struttura complessa di Anestesia e rianimazione che si svolgerà nella sala convegni al settimo piano dell’ospedale di Viale Italia.

A parlare di questa tematica a Sassari sono stati chiamati esperti del settore che potranno offrire il loro contributo e la loro esperienza.
Interverranno Gilnardo Novelli e Vincenzo Morabito, dell’Università “La Sapienza” di Roma, che esporranno una relazione sui trattamenti extracorporei nelle patologia epatiche, sulla gestione dei pazienti in lista d’attesa e dopo trapianto di fegato e sull’indicazione del trattamento Mars in patologie cardiache e oncologiche.

Sara invece Chiara Taglioni, dell’Azienda ospedaliera di Perugia, a parlare della metodica Mars nel trattamento dell’insufficienza epatica acuta e acuta su cronica, portando al pubblico l’esperienza Umbra.
Gli aspetti tecnici della terapia Mars saranno affrontati invece da Alessandro Castelli di Milano.

La metodica Mars è nata qualche anno fa a Rodstock, in Germania, per consentire il trattamento dei pazienti epatopatici in attesa di un trapianto di fegato che presentavano un improvviso aggravamento delle condizioni cliniche tale da costituire un pericolo per la vita. Con il tempo l’utilizzo della metodica si è andato ampliando.

Sono molte le patologie in cui oggi si possono ottenere risultati confortanti: la preparazione del paziente al trapianto di fegato (bridging); la stabilizzazione del paziente ed il recupero funzionale del fegato in caso di ritardata ripresa funzionale nel post-trapianto epatico; l’insufficienza epatica acuta di qualsiasi eziologia , come l’intossicazione da farmaci o da altre sostanze esogene o ancora l’intossicazione da funghi, come l’amanita phalloides; la disfunzione o scompenso acuto in pazienti con epatopatia cronica; l’insufficienza e/o la disfunzione epatica dopo intervento chirurgico complicato; la preparazione all’intervento chirurgico nell’ittero colo statico; il prurito intrattabile nelle sindromi colostatiche croniche; in corso di patologie cardiache ed oncologiche.