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Patologie neoplastiche

Gli effetti legati all’accertata azione cancerogena dell’amianto sono rappresentati dal mesotelioma delle sierose, soprattutto pleurico, ma anche peritoneale, del pericardio e della tunica vaginale del testicolo e dal tumore polmonare, tumore della laringe e dell’ovaio.

Mesotelioma
Il mesotelioma maligno è considerato un evento sentinella marcatore specifico di pregressa esposizione ad amianto. Rappresenta una delle poche patologie suscettibili di interventi di prevenzione primaria. L’Italia è stata tra i paesi maggiormente colpiti dalla morbosità da amianto (in relazione sia alle modalità dello sviluppo industriale nel nostro Paese, sia alla sfortunata circostanza che, fino agli anni ottanta, l’Italia è stata uno dei maggiori produttori mondiali di amianto). Infatti, si deve ricordare che mediamente, venti anni fa, ogni italiano utilizzava più di 1 kg di amianto ogni anno.

Il mesotelioma, tumore maligno primitivo delle cellule mesoteliali, interessa:
• rivestimenti sierosi della pleura (più frequente);
• rivestimenti sierosi del peritoneo (meno frequente);
• rivestimenti sierosi del pericardio e della tunica vaginale del testicolo (occasionalmente).

Il mesotelioma maligno della pleura (MMP) è una neoplasia relativamente rara (circa 1.200 casi/anno sul territorio italiano), con tendenza ad una rilevante distribuzione in “cluster” dei casi come dimostrato dal ReNaM. Il mesotelioma è per la maggior parte dei casi associato alla esposizione professionale ad asbesto, ma ad alto impatto sociale per il rapporto molto stretto con l’esposizione.
È ormai documentato un aumento del rischio di mesotelioma anche in conseguenza di esposizione ad amianto di tipo ambientale, domestico e familiare. È accertato che esiste una proporzionalità tra dose cumulativa e insorgenza di mesotelioma con un peso maggiore per il fattore tempo trascorso dalla prima esposizione a parità di altre condizioni. Il periodo di latenza è particolarmente lungo (anche oltre i 40 anni) ed esposizioni relativamente brevi, di 1-2 anni o meno, possono essere associate all’insorgenza di mesoteliomi. Il rischio di questo tipo di tumore è massimo dopo 40 anni dalla prima esposizione.
La forma di mesotelioma più diffusa è quella a localizzazione pleurica. In fase precoce il tumore si manifesta come noduli generalmente multipli, di piccole dimensioni sulla pleura parietale o viscerale, che evolvono verso la coesione a formare delle ampie masse tumorali. Questo tipo di tumore si infiltra ampiamente nella pleura, determinando un versamento pleurico e una compromissione, in fase avanzata, della funzione respiratoria. Le manifestazioni cliniche (dolore toracico, dispnea) del mesotelioma maligno pleurico sono di solito aspecifiche ed insidiose. Ad oggi non esistono biomarcatori in grado di fornire una stima predittiva sulla possibile insorgenza di mesotelioma pleurico in soggetti esposti. Il mesotelioma pleurico è una malattia la cui prognosi rimane ancora oggi infausta nonostante i miglioramenti nelle varie discipline coinvolte nell’iter diagnostico-terapeutico. La probabilità di sopravvivenza a cinque anni rimane molto bassa: intorno al 7%.
Tra le localizzazioni extrapleuriche, la sede più diffusa del mesotelioma maligno è quella peritoneale, la cui associazione con l’esposizione all’asbesto è stata ampiamente dimostrata, con un rischio maggiore per esposizione a crocidolite rispetto alle fibre di crisotilo.

Tumore polmonare
L’azione determinante dell’asbesto relativamente al tumore polmonare, è stata a lungo dibattuta, trattandosi di patologia multifattoriale che ammette una molteplicità di agenti causali, non essendo esclusivo dell’esposizione all’inalazione di fibre di amianto.
Molti studi epidemiologici anche italiani confermano l’aumento della mortalità per tumore polmonare nei lavoratori addetti alla produzione di manufatti in cemento-amianto e negli addetti alla produzione e alla riparazione di rotabili ferroviari. Insorge dopo un periodo di latenza molto lungo, anche di decenni, evidenziando talvolta un andamento crescente con il periodo di latenza e con la durata delle esposizioni. Relativamente alla pericolosità dei vari tipi di amianto per l’insorgenza del tumore polmonare, le conclusioni emergenti attribuiscono ai due anfiboli, crocidolite e amosite, un livello di rischio relativo per tale tumore, maggiore rispetto al crisotilo.
È inoltre ampiamente dimostrato, da numerose indagini epidemiologiche, il ruolo sinergico del fumo di sigaretta e dell’esposizione ad amianto nella insorgenza del tumore polmonare: da un rischio di ammalare di tumore polmonare cinque volte maggiore nei lavoratori esposti ad amianto non fumatori, a un rischio cinquanta volte superiore nei lavoratori esposti che sono anche fumatori.
Il tumore polmonare da amianto può insorgere sia in soggetti asbestosici che in assenza di asbestosi radiologicamente evidente. Pertanto, per la diagnosi di tumore polmonare asbesto correlata, non si ritiene indispensabile la presenza anche di asbestosi.


Informazione a cura dell'Urp della Sanità

ultimo aggiornamento 8 aprile 2019