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P.S.A. prevenzione e protezione

maiali
LANUSEI, 15 MARZO 2017 – Lo scorso 4 marzo, durante le attività ufficiali di monitoraggio e vigilanza del Servizio di Sanità animale della ASSL di Lanusei (diretti dal dottor Dino Garau), è stato accertato un caso di Peste suina africana in un suino in un'azienda di Talana che ha reso necessaria l'attivazione dell'Unità di crisi locale per scongiurare il diffondersi della patologia attraverso le misure di sicurezza previste dalla normativa. Gli esami effettuati hanno confermato la presenza dell'infezione sui dieci capi abbattuti presenti nell'allevamento. Oltre all'abbattimento, allo smaltimento delle carcasse dei maiali e alle misure di disinfezione, sono state istituite una zona di protezione, nel raggio di tre chilometri dal focolaio, e una di sorveglianza, nel raggio di 10 chilometri, in quest'ultima sono presenti circa 200 allevamenti.

Nella zona di protezione è presente un'altra azienda suinicola nella quale le ispezioni dei veterinari ASSL non hanno riscontrato la presenza del virus. In questa area vigono, tra l'altro, il divieto di movimentazione dei suini, l'obbligo di disinfezione dei mezzi di trasporto utilizzati per gli animali, l'obbligo di pulizia, disinfezione e disinfestazione dell'azienda infetta, il divieto di entrata e uscita dalle aziende di qualsiasi animale domestico.

Nella zona di sorveglianza vigono analoghe prescrizioni. Ulteriori esami clinici e di laboratorio sugli allevamenti dovranno essere effettuati a distanza di 40 giorni dalle operazioni preliminari di pulizia e disinfezione dell'azienda in cui è stato riscontrato il caso. Solo a quel punto, se non saranno rilevati nuovi focolai, cesserà l'applicazione delle misure di sorveglianza. Gli esami clinici negli allevamenti della zona di protezione potranno essere effettuati invece dopo 45 giorni.

Alessandro De Martini, responsabile dell'Unità di Progetto per l'eradicazione della Peste suina africana della Regione Sardegna ricorda l'importanza delle regole: «chi non le rispetta, chi non segue le norme di protezione e di igiene, chi non emerge dall'illegalità perseverando nell'allevamento brado, oltre a danneggiare se stesso, mette a repentaglio e danneggia il lavoro di chi si sforza ogni giorno per mantenere gli allevamenti in sicurezza e contribuire a debellare definitivamente la PSA in Sardegna». Inoltre, ricorda De Martini «sono previsti diversi incentivi per chi opera nella legalità e investe in allevamenti protetti e di qualità».

Gli allevatori devono alzare il livello di guardia in presenza di focolai sospetti o confermati e sottoporre i suini ai controlli sierologici ogni volta che i veterinari lo ritengono opportuno. Dino Garau ricorda a questo proposito che il Servizio Sanità animale ASSL è a disposizione degli allevatori che devono dare tempestiva informazione di sospetti casi di malattia infettiva, in particolare ci si deve rivolgere al Servizio per sapere quanti suini possono essere detenuti nel proprio allevamento, prima di spostare animali o di introdurli nell'allevamento o di effettuare la macellazione. Inoltre è importante identificare i suini entro 70 giorni dalla nascita e prima che lascino l'azienda, tenere costantemente aggiornato il Registro di carico-scarico, isolare gli animali di nuova introduzione per consentire la verifica del loro stato sanitario.

Fondamentali anche le norme di igiene, come la periodica disinfezione dei locali di stabulazione, che devono rispettare le norme di benessere animale, delle aree perimetrali (le cui recinzioni devono impedire la promiscuità tra i suini allevati e quelli selvatici) e dei mezzi di trasporto del bestiame. A questo proposito il veterinario può fornire informazioni sui disinfettanti più adatti e sul loro corretto utilizzo. È inoltre importante non usare rifiuti alimentari nell'alimentazione dei suini e non consumare carni se prima non sono state controllate dai servizi veterinari.