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Le terapie farmacologiche negli anziani

Uno stile di vita corretto, come abbiamo visto, è il migliore strumento per mantenere un buono stato di salute e, in presenza di specifiche patologie, è un ottimo ausilio per rispondere positivamente alle cure. Non è stata invece provata l'efficacia di numerosi prodotti in commercio che promettono di "ritardare l'invecchiamento" o di aumentare la memoria: vita sana e mente attiva rimangono finora i migliori strumenti, oltre alle terapie mediche, per affrontare bene il passare degli anni.

Le persone anziane reagiscono in modo diverso alle terapie farmacologiche, rispetto ai soggetti più giovani; i problemi principali dal punto di vista del paziente possono essere definiti come segue:
• la frequente presenza di patologie multiple nei pazienti anziani induce un consumo di farmaci maggiore che nei giovani, con un rischio più elevato di effetti indesiderati e di interazioni;
• l'incapacità di seguire correttamente le prescrizioni e gli errori di somministrazione aumentano con l'età. Ciò dipende in parte dalla confusione derivante dalla molteplicità dei farmaci da assumere, ma anche da alterazioni della memoria, della vista e dell'abilità manuale. A complicare ulteriormente la situazione si aggiunge la frequente inadeguatezza delle confezioni dei farmaci. Ma la causa principale di una ridotta aderenza alla terapia deriva dalla possibilità di una scarsa comprensione della prassi da seguire sia da parte dei pazienti che dei loro familiari;
• il metabolismo è più lento, con l'aumentare dell'età diminuisce la funzionalità degli organi che trasformano ed eliminano i farmaci, ossia il fegato e i reni, di conseguenza i farmaci sono assorbiti e smaltiti più lentamente, rendendo più probabili reazioni di tossicità;
• nella popolazione anziana l'esito della terapia viene spesso condizionato dall'uso di farmaci scaduti, oppure dalla autoprescrizione di prodotti da banco.