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Anabolizzanti, anoressizzanti e stimolanti, ricostituenti

Gli anabolizzanti sono sostanze analoghe dell'ormone sessuale maschile, il testosterone, che inducono un'azione diretta sul metabolismo proteico e stimolano il rilascio dell’ormone della crescita (GH) e/o del testosterone endogeno.

Essi vengono utilizzati in medicina per la cura di carenze di testosterone, ma anche di anemia, osteoporosi e a volte in alcuni disturbi dell’accrescimento e in particolari malattie ginecologiche.

In ambito sportivo, invece, gli anabolizzanti vengono spesso assunti illecitamente a dosaggi più elevati rispetto a quelli terapeutici allo scopo di aumentare la massa muscolare e ridurre la massa grassa, così da ottenere un migliore rapporto peso/potenza; ma anche per aumentare la produzione di globuli rossi e favorire così il trasporto di ossigeno e quindi le capacità aerobiche. A fronte di questi "benefici" però l'uso degli anabolizzanti espone al rischio di gravi effetti collaterali a carico del sistema cardiocircolatorio, del fegato, della pelle, ecc.

Riguardo un anabolizzante come la creatina, ad esempio, Giampietro afferma che "è un normale componente della dieta e il suo uso non è proibito dalle attuali norme anti-doping: tutto ciò non ne giustifica comunque l'attuale uso "consumistico" soprattutto a dosaggi ben superiori a quelli riportati in letteratura" (vedi nota 1)

Gli anoressizzanti e gli stimolanti agiscono invece sui centri nervosi regolatori con un effetto stimolante, producendo un aumento delle capacità di prestare attenzione, di concentrazione, di competitività, della prontezza di riflessi, nonché una riduzione del senso di fatica.
Quando l'effetto è anoressizzante sono sostanze che attenuano il senso della fame (tra queste si annovera anche la caffeina).

Di questa categoria di integratori fanno parte anche sostanze come le alghe marine, il guaranà, la noce di cola, il ma-huang o Ephedra sinica, la sinefrina, ecc.
E proprio l'Ephedra sinica rappresenta, tra l'altro, un caso noto di prodotto erboristico che secondo la medicina tradizionale cinese sarebbe efficace contro la fatica e nell’aumentare la forza muscolare e la concentrazione. Questa sostanza in realtà è nota anche in Occidente e da essa si estrae l'efedrina che viene utilizzata in ambito terapeutico e che è famosa per la sua tossicità (è inoltre contemplata tra le sostanze dopanti).

E ancora, in questa categoria di integratori, troviamo la spirulina che è un’alga marina. L'effetto frequentemente dichiarato di questa alga è di tipo dimagrante, antigastrico e antiallergico, oltre ad essere considerata fonte di vitamine e proteine. In termini di riscontro scientifico a tali dichiarazioni non si trova granché, anzi è dimostrabile che l'apporto proteico della spirulina è pressoché irrilevante a fronte di un costo 30-40 volte superiore alle comuni fonti alimentari.

I cosiddetti ricostituenti producono un'azione generalizzata sull'organismo tramite l'apporto di diverse sostanze nutrizionali.

Tra questi integratori, i più noti sono certamente l'aloe, il ginseng, la lecitina, il lievito di birra, la pappa reale, che sono tra l'altro i prodotti più utilizzati in ambito di fitness e di palestre, oltre ad essere diffusamente e comunemente consumati quando si vuole ricorrere ad un ricostituente "naturale".

Su alcune di queste sostanze in particolare, c'è una discreta quando non abbondante letteratura. E' il caso del ginseng, per esempio, sul quale si sono effettuati numerosi studi su animali che hanno mostrato un effetto ergogenico sia sulla prestazione fisica sia sulla risposta allo stress. Vero è che mancano studi sull’uomo. Questo integratore ha dimostrato una certa efficacia solo in determinate condizioni sperimentali:
• Uso di un estratto standardizzato
• Minimo di otto settimane di trattamento
• Soggetti non troppo allenati, di età superiore ai 40 anni
• Soggetti in allenamento intenso.

Pertanto ad un'assunzione intensa (acuta) di ginseng non sembra corrispondere alcun effetto benefico. Gli studi su questa sostanza effettuati finora hanno mostrato una generale sicurezza del ginseng nonostante alcuni potenziali effetti collaterali in caso di periodi prolungati di assunzione e dosi eccessive.

Note:
1. Giampietro M. "L'alimentazione per l’esercizio fisico e lo sport". Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2005: pag. 295