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Famosi, ma deludenti: gli antiossidanti

Gli antiossidanti svolgono un'azione protettiva contro il danno biologico prodotto dai radicali liberi di cui è ricca la nostra atmosfera in quanto prodotti di scarto della respirazione. I principali danni dovuti ai radicali liberi derivano dall'ossidazione che – non a caso – è un fenomeno presente nella maggior parte delle malattie tra cui alcune forme di tumore, l'aterosclerosi, l'Alzheimer, ecc.

Negli anni '80, si osservò e si concluse che una dieta ricca di frutta e verdura si associava ad un minor rischio di malattie cardiache, di diabete, di demenza, di ictus e di alcuni tumori: ciò era dovuto all’alto quantitativo di antiossidanti contenuto in questi alimenti. L'ipotesi quindi fu quella che gli antiossidanti potevano assorbire i radicali liberi e tenere lontane le patologie legate all'invecchiamento, ossia che in altri termini i radicali liberi erano il nemico da combattere e gli antiossidanti l'arma per farlo; ipotesi questa che alimentò la nascita di "una colossale industria degli integratori" (vedi nota 1).

Si stima che – tutt'oggi - solo negli Stati Uniti la metà della popolazione adulta faccia quotidianamente uso di antiossidanti per mantenersi in buona salute, integrando quotidianamente la normale dieta con supplementi vitaminici.

Negli anni '90, si iniziarono a valutare i diversi composti antiossidanti, ma molto spesso gli integratori sperimentati non superavano i test. Sebbene in provetta gli antiossidanti neutralizzino effettivamente i radicali liberi, non funzionano allo stesso modo una volta assorbiti dall'organismo dove risultano in realtà inefficaci: tra l'altro, non solo non impediscono l'ossidazione, ma rischiano a volte di provocare ulteriori danni.

Gli antiossidanti più conosciuti e diffusi sono il beta carotene, le vitamine C ed E, ma anche il selenio, e il tè e il caffè, due delle principali fonti naturali di antiossidanti.

Beta carotene e tumore
Proprio il beta carotene è stato il primo a produrre scarsi risultati. A partire dagli anni '90, le capsule di questo antiossidante vennero raccomandate ai fumatori per proteggersi dal cancro al polmone, dopo che si era osservata una minore incidenza di tale patologia nei fumatori che consumavano grandi quantità di carote, alimento ricco di beta carotene. Ma negli anni '90 uno studio su 18.000 soggetti ad elevato rischio di sviluppare un cancro ai polmoni fu interrotto prima del tempo in quanto mostrò – al contrario – che tra chi aveva assunto questo integratore alimentare l'incidenza di cancro era superiore e non inferiore; ossia che il beta carotene non solo non faceva bene ma che forse era anche dannoso. Nonostante tutto però il beta carotene continuò e continua tuttora ad essere commercializzato, venduto e consumato, visto che non si poté escludere completamente la casualità dei risultati di quello studio. È del 2006 la conclusione dei National Institutes of Health statunitensi che non vi è ragione per raccomandare l’uso del beta carotene e che ci sono invece buoni motivi per sconsigliarlo.

Vitamina E e malattie cardiovascolari

La vitamina E ebbe il suo periodo d'oro nei primi anni '90, quando due studi di grandi dimensioni (in totale 127.000 persone coinvolte) mostrarono che una dieta ricca di vitamina E riduceva il rischio di andare incontro a malattie di tipo cardiovascolare, agendo probabilmente sull’ossidazione causata dai radicali liberi alle lipoproteine (fattore questo coinvolto nelle malattie cardiache).
Nei dieci anni successivi a questi studi, la vendita e il consumo di vitamina E ebbero un picco enorme. Ma risultati simili non furono mai più raggiunti nonostante gli ulteriori studi effettuati su questo integratore. Al di fuori della provetta, alcuna prova dell’azione antiossidante della vitamina E è stata in realtà trovata, al punto che oggi si tende a non includere più questo integratore nella categoria degli antiossidanti.

La vitamina C
La vitamina C si è rivelata un’altra delusione. Sembra ormai certo che essa abbia un effetto benefico esclusivamente in chi presenti carenza di vitamina C; fatto questo che esclude una sua azione salutare indiscriminata e un suo effetto protettivo rispetto ai radicali liberi in chiunque integri la propria dieta con vitamina C.
Addirittura sulla base dei risultati del Women's health study, una ricerca statunitense, sembra che un maggior consumo di vitamina E possa associarsi all'accelerazione dell’aterosclerosi in soggetti diabetici.

Queste tre note categorie di antiossidanti confermano che sugli effetti reali degli integratori c'è ancora molto da sapere. Sicuramente, "qualunque sia l'effetto benefico di una dieta ricca di frutta e verdura, non è possibile riprodurlo assumendo estratti o integratori alimentari" (vedi nota 2) Fermo restando che una dieta ricca di vitamina C, vitamina E, carotenoidi, ecc. sembra effettivamente proteggere da malattie cardiache, vascolari, diabete e cancro, ciò potrebbe essere dovuto ad esempio ad un migliore stile di vita di chi assume una dieta di questo genere.

Infine un'ipotesi interessante, anche se paradossale, circa gli antiossidanti si basa su un ripensamento dell’azione dei radicali liberi: in giusta quantità essi potrebbero rivelarsi salutari in quanto stimolerebbero i meccanismi di difesa interni delle cellule, in quantità eccessiva risulterebbero invece dannosi. Questa ipotesi potrebbe spiegare sia l'effetto benefico degli antiossidanti sul nostro organismo sia l’effetto dannoso; in quest'ultimo caso – infatti - dosi troppe alte di antiossidanti stimolerebbero una produzione eccessiva di radicali liberi.

Pertanto, il consiglio più sensato da seguire sembra quello che suggerisce una dieta ricca di frutta e verdura, di flavonoidi e carotenoidi, ma mette in guardia dall’assumere dosi massicce di integratori e supplementi vitaminici.

Note
1. Melton L. "Gli integratori sono una truffa?" Internazionale 2007, pag. 51
2. Idem: pag. 53