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SISTEMA SANITARIO DELLA SARDEGNA
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I costi: un problema da tenere d'occhio

L'elevata efficacia e la conseguente enorme diffusione degli IPP ha comportato inevitabilmente forti ripercussioni sulla spesa farmaceutica, in Italia e nel mondo intero. Gli statunitensi, per esempio, spendono oltre 10 miliardi di dollari l'anno per gli inibitori di pompa e due fra i cinque farmaci più venduti sul mercato USA sono IPP (vedi nota 1).
In Italia, già nel 2001, l'Osservatorio Nazionale sull'impiego dei Medicinali segnalava la vertiginosa crescita sul mercato di questi farmaci, che si trovavano saldamente in testa alla classifica dei primi 10 sottogruppi clinici a maggior spesa, con 660 milioni di euro all'anno ed una crescita del 52% (sic!) rispetto all'anno precedente (vedi nota 2).
Tale spesa è poi ulteriormente lievitata sino a superare i 1000 milioni di euro nel 2005 (vedi nota 3), risultando nettamente superiore per esempio a quella delle statine e più che doppia rispetto alle principali categorie di farmaci antipertensivi, come i calcio-antagonisti e gli ACE-inibitori.
In questo contesto, è sopraggiunta nel marzo del 2006 la scadenza del brevetto di uno degli IPP più collaudati (a dicembre 2007 è scaduto anche il brevetto dell’omeprazolo,, il lansoprazolo, che è entrato pertanto nel mercato dei farmaci "equivalenti" (più noti come "generici") comportando – grazie ad una sostanziosa riduzione del prezzo - un risparmio potenziale del 40-50% rispetto agli altri principi attivi appartenenti alla stessa categoria terapeutica. Così per esempio, secondo calcoli effettuati dalla Regione Liguria e dalla Regione Autonoma della Sardegna, il risparmio su base regionale potrebbe aggirarsi - in base ai consumi attuali di queste due realtà locali – attorno ai 16-17 milioni di euro l'anno.
Da qui una serie di delibere regionali che hanno introdotto il concetto per cui la spesa sostenuta dal SSR per le prescrizioni degli IPP deve essere limitata al costo del farmaco equivalente in tale categoria terapeutica, accompagnate anche da campagne informative mirate a promuovere presso i medici prescrittori un uso più appropriato degli IPP e a favorire l'impiego di farmaci equivalenti.
Tutto ciò, secondo le prime stime, avrebbe già determinato una modifica significativa del consumo di questi farmaci, con un aumento sensibile della quota di lansoprazolo sul mercato degli inibitori di pompa. Resta comunque impossibile prevedere se tali provvedimenti determineranno nel prossimo futuro una riduzione del consumo "complessivo" di questa categoria di farmaci la cui prescrizione - a tutt'oggi – non è sempre caratterizzata da criteri di appropriatezza e costo-efficacia.
Non va tuttavia dimenticato che la dimostrata efficacia degli IPP nella cura e prevenzione di alcune patologie – come l'ulcera e l'emorragia da FANS – può comportare anche delle ricadute favorevoli sui costi della Sanità, se è vero – come attesta uno studio recentemente pubblicato di ricercatori dell'Agenzia Italiana del Farmaco- che fra il 2000 e il 2003 è stata osservata in Italia una relazione significativa fra l'aumento del consumo di IPP e la diminuzione di ricoveri ospedalieri per eventi gastrointestinali acuti, con relativo risparmio (24%) della spesa destinata al rimborso di queste prestazioni, sicché per ogni 1000 euro spesi per farmaci gastroprotettori sono stati risparmiati 112 euro per i ricoveri ospedalieri (vedi nota 4).

Note:
1) Shaheen NJ, Hansen RA, Morgan DR, et al. "The burden of gastrointestinal and liver diseases", 2006 Am J Gastroenterol 2006;101:2128-38.
2) Min. Sal. "L'uso dei farmaci in Italia". Rapporto Nazionale 2001.
3) Min. Sal. "L'uso dei farmaci in Italia". Rapporto Nazionale 2005.
4) Russo P, Brutti C. "Proton pump inhibitors and hospital discharge rates for gastrointestinal events in Italy: a national ecological study". Clin Ther. 2007;29:751-8.