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Effetti indesiderati

Come tutti i farmaci anche i vaccini possono causare effetti indesiderati, ma questi sono, nella maggior parte dei casi, di lieve entità e transitori, consistendo per lo più in febbre e reazione infiammatoria nel punto di inoculazione: tali effetti collaterali possono essere agevolmente trattati e prevenuti con antinfiammatori ed antipiretici.
Eventi avversi più seri si manifestano solo molto raramente, con frequenze dell’ordine di un caso ogni migliaia o milioni di dosi somministrate. Alcuni eventi segnalati in associazione con le vaccinazioni sono così rari che è impossibile valutare la dimensione del rischio e provare l’esistenza di un effettivo rapporto di causalità con queste.

Un reale rapporto causa-effetto tra lesioni invalidanti e vaccinazioni è stato dimostrato soltanto nel caso dell’associazione tra vaccinazione antipoliomielitica orale (OPV) e polio paralitica associata a vaccino.
I ceppi virali viventi presenti nel vaccino OPV possono, replicandosi nell’intestino del ricevente, andare incontro a mutazioni che fanno loro riacquistare caratteristiche di virulenza perse con l’attenuazione; per questo, con una frequenza stimata in un caso ogni 2.000.000 di dosi somministrate, il vaccino antipolio orale può provocare una malattia del tutto simile alla poliomielite da virus selvaggio.

In situazioni in cui la poliomielite da virus selvaggio è presente allo stato endemico, il rischio di polio paralitica da vaccino è, entro certi limiti, accettabile, in quanto il rischio di ammalarsi per un infezione da virus selvaggio è immensamente superiore a quello derivante dalla vaccinazione.
Inoltre, in situazioni in cui la poliomielite è presente in forma endemica o epidemica, il vaccino antipolio orale non solo presenta il vantaggio di creare una barriera, a livello delle mucose orale e gastrointestinale, alla diffusione delle infezioni da virus selvaggio ma, diffondendosi nell’ambiente, può immunizzare indirettamente anche le persone non sottoposte alla vaccinazione (immunità di gregge): per questo l’OMS ha sempre raccomandato che si usasse tale vaccino per arrivare all’eliminazione della poliomielite.

Dove la polio grazie all’OPV è già stata debellata, per evitare i casi di paralisi associata alla vaccinazione si può ricorrere al vaccino antipoliomielitico inattivato (IPV), almeno per le prime dosi del ciclo di vaccinazione: è quanto è stato fatto in Italia con il cambiamento del calendario delle vaccinazioni per l’infanzia messo in atto con la Circolare ministeriale del 7 aprile 1999.
L’interruzione definitiva della vaccinazione antipolio è una decisione che va attentamente ponderata proprio sulla base degli elementi derivanti dalle attività di sorveglianza epidemiologica e virologica. Le importazioni di virus selvaggio in territori indenni sono infatti sempre possibili fin tanto che esisteranno serbatoi di infezioni e, nel passato, sono stati numerosi gli episodi di importazione di virus selvaggi in territori già indenni. A certificazione avvenuta della Regione Europea, è stato operato in Italia, un ulteriore cambiamento della schedula vaccinale antipolio, ritornando all’uso del solo vaccino IPV per tutte le dosi del ciclo di vaccinazione (Decreto Ministeriale 18 giugno 2002).

In tempi passati si è fatto spesso riferimento ad un presunto rapporto tra sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) e vaccinazione antidiftotetanopertossica (DTP). Approfonditi studi scientifici ed epidemiologici hanno smentito con sicurezza l’esistenza di qualsiasi rapporto tra tali eventi. La maggior parte dei decessi SIDS avviene nell’arco di tempo in cui abitualmente viene completato il ciclo di base della vaccinazione DTP ed è, quindi per mera coincidenza temporale che, in alcuni casi, la somministrazione di una dose di DTP preceda di alcune ore o di alcuni giorni la morte improvvisa di un bambino.

Gli studi di cui sopra, condotti negli anni ’80, hanno invece dimostrato che il numero dei decessi SIDS associati temporalmente alla vaccinazione DTP rientrava nell’ambito degli eventi attesi per quella fascia di età: in altre parole, SIDS si sarebbero manifestate anche se non fossero state fatte le vaccinazioni. Inoltre, alcuni di questi studi hanno anche messo in evidenza un maggior numero di SIDS tra i bambini vaccinati rispetto ai non vaccinati e, quindi, un minore rischio di SIDS nei vaccinati.
La SIDS può essere in effetti dovuta a più cause, tra cui la posizione sbagliata in cui viene fatto dormire il bambino, ma la causa principale sembra ormai accertato essere dovuta al alterazioni del ritmo cardiaco.

Fonte Ministero della Salute