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SISTEMA SANITARIO DELLA SARDEGNA
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Medicine alternative

Per "medicina alternativa" s'intende un sistema di cura alternativo a quello della medicina scientifica tradizionale, quella solitamente praticata nel nostro servizio sanitario nazionale. Essa viene chiamata anche "non convenzionale", "complementare" o "naturale".

Non esiste un'unica medicina alternativa, bensì numerose e diverse pratiche mediche che si discostano più o meno drasticamente dalla medicina convenzionale.
Ciò che comunque accomuna tutte le medicine alternative è da una parte la non condivisione e non applicazione della metodologia scientifica, dall'altra una stessa visione del mondo e dell’essere umano: quest'ultimo è visto nel suo insieme (visione "olistica") e in connessione con il cosmo: da uno stato di squilibrio e di non armonia tra le varie parti di sé e tra sé e il cosmo nasce la condizione di malattia; pertanto curare una malattia significa intervenire su tale squilibrio e ripristinare l’armonia originaria.

Tra le medicine alternative, la più diffusa è certamente l’omeopatia con circa 300 milioni di consumatori di prodotti omeopatici nel mondo e circa 50 milioni solo in Europa.

Le ragioni che spingono i cittadini-pazienti a rivolgersi alle medicine alternative sono diverse e più o meno condivisibili, tra cui:
• la condivisione di una filosofia di vita e di un sistema di principi;
• una certa insoddisfazione verso il rapporto medico-paziente nella medicina tradizionale;
• la presunta minore tossicità dei rimedi alternativi rispetto ai farmaci tradizionali;
• la semplice curiosità alimentata da tutto ciò che rende la medicina alternativa anche una moda.

In Italia, la questione della regolamentazione delle medicine alternative è tutt’altro che semplice e ancora in via di definizione.
La prima norma riguardante la produzione e il commercio dei prodotti non convenzionali risale al 1989. Da allora tutta una lunga serie di leggi e di proroghe ha tentato (senza in realtà riuscirci veramente) di regolamentarne la produzione e il mercato.
Tra le ultime tappe di questo processo, nel 2001 si è stabilita la riduzione dell'IVA su alcuni prodotti non convenzionali (per esempio gli omeopatici) dal 20 al 10%, con la conseguente equiparazione ai farmaci tradizionali.
In Italia, la Regione Toscana è l'unica ad aver previsto che i medicinali omeopatici siano a carico del servizio pubblico, del tutto o in parte.

In Italia, il Comitato Nazionale di Bioetica, pronunciandosi sulle medicine alterantive, ha dichiarato che fermo restando il diritto inalienabile di libertà di cura del cittadino, il contesto doveroso nel quale tale diritto può e deve essere esercitato è quello di terapie ben documentate per efficacia e sicurezza e sulle quali il cittadino stesso possa ricevere informazioni esaurienti e corrette.