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Farmaci, doping e regolamento antidoping

"Il ricorso all'uso dei farmaci per migliorare la prestazione sportiva è un fenomeno antico che negli ultimi anni ha assunto dimensioni allarmanti. Esso trova radici anche al di fuori del mondo dello sport e può essere ricollegato al più generale fenomeno sociale dell'abuso di medicinali che, attraverso il consumo eccessivo di bevande alcoliche e il fumo di sigaretta, porta fino all'uso di sostanze stupefacenti" (vedi nota 1).

Al di là dei casi di doping più eclatanti che di tanto in tanto si leggono sulle prime pagine dei quotidiani, esiste purtroppo una cultura del doping, e del ricorso ai farmaci come soluzione a una serie di situazioni problematiche o stressanti, che è forse ancora più pericolosa perché va a toccare il costume stesso della società, al di là delle categorie e delle singole fasce sociali. Infatti, il ricorso ai farmaci, che spesso sfocia nell'abuso, per migliorare le prestazioni atletiche non è diffuso esclusivamente in ambito agonistico e professionale, bensì – e forse anche di più – in ambito di sport amatoriale, ossia quello praticato la domenica da chicchessia a qualsiasi età.

La mentalità dello sportivo che si serve del farmaco per aumentare le sue prestazioni fisiche e atletiche assomiglia molto oggi a quella - diffusa a tutti i livelli - dello studente che assume stimolanti per riuscire a studiare la notte magari prima di un esame; del genitore che chiede al proprio medico curante un ricostituente perché il figlio manifesta svogliatezza a scuola; o della persona ansiosa che ricorre ad un antidepressivo "comune" e diffuso per stare meglio; ecc. Sono tutti casi che con lo sport non hanno nulla a che vedere, ma che di un certo sport e di una certa cultura sportiva ricalcano quella che potremmo definire la "cultura del farmaco", o in termini tecnici "doping". Alla base di una cultura simile altro non c'è se non il principio (errato) per cui il risultato va ottenuto a tutti i costi e nel minor tempo possibile.

Note:
1. Giampietro M. "L'alimentazione per l’esercizio fisico e lo sport". Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2005: pag. 383
Doping e antidoping
Il Comitato Olimpico Internazionale dichiara che "il doping è contrario ai principi di lealtà e correttezza nelle competizioni sportive, ai valori culturali dello sport, alla sua funzione di valorizzazione delle naturali potenzialità fisiche e delle qualità morali degli atleti".
Una minaccia per la salute, di tutti
La legge 14 dicembre 2000, n. 376, definisce il "doping": "la somministrazione o assunzione di farmaci o sostanze biologicamente e farmacologicamente attive o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a modificare condizioni psicofisiche dell'organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti".
Un problema sociale
A fronte dell'innegabile e notevole beneficio psicofisico dato da una sana e regolare attività sportiva, ricorrere a prodotti alimentari farmacologici per migliorare o alterare le prestazioni fisiche va nella direzione opposta sia di un corretto stile di vita finalizzato al mantenimento o al recupero di una buona salute, sia di una concezione eticamente corretta e salutare.