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Influenza da Virus A H1N1

giovane-dottore
La recente emergenza mondiale provocata dalla epidemia influenzale ha avuto origine dal Messico, quindi si è propagata agli Stati Uniti Canada ed Europa con qualche incursione nel continente asiatico.
I giornali e le televisioni di tutto il mondo hanno dato grande risalto all’evento e le autorità sanitarie sono impegnate a fronteggiare il nuovo virus influenzale ed ad informare correttamente l’opinione pubblica senza diffondere paure ingiustificate che possono determinare enormi danni economici.

La World Health Organization (WHO) ha definito in 6 il livello di allerta (tra un range da 1 a 6), ed in una propria nota ha tenuto a precisare che tutta l’esperienza acquisita per la SARS e per l’Influenza aviaria è stata preziosa in questo caso.
Infatti, con il Global Influenza Preparedness Plan emanato a partire dal 2005, il continuo monitoraggio sui ceppi di influenza circolanti nella popolazione e negli animali ha consentito di disporre precocemente le misure di prevenzione atte a limitare la diffusione del virus. Inoltre le industrie farmaceutiche si sono preparate tecnologicamente in questi anni a produrre grandi quantitativi di vaccino e di farmaci antivirali.

Dapprima è stata denominata influenza suina perché i primi casi si sono registrati in una città vicina ad un enorme allevamento di suini, ed il tipo di virus AH1N1 coincideva con quello suino.
Successivamente le autorità sanitarie mediche e veterinarie, visti i risultati delle analisi di laboratorio e delle indagini epidemiologiche, hanno potuto escludere il collegamento con l’allevamento suino, poiché la costituzione del virus depone per un origine prevalentemente umana e solo in minor misura di origine suina ed aviaria; inoltre le indagini epidemiologiche negli allevamenti suini del Nord America e del resto del mondo hanno escluso la presenza del nuovo virus.

La Comunità Europea ed il Ministero quindi hanno modificato la denominazione di questa infezione da “influenza suina” a “nuova influenza da virus AH1N1”.
I Servizi veterinari di conseguenza, dopo una prima fase di “attenzione”, non sono attualmente coinvolti in questa emergenza.
Nonostante queste ultime notizie rassicuranti l’opinione pubblica ha reagito istintivamente con la diminuzione del consumo di carne suina e suoi derivati.

E’ utile pertanto fornire altri chiarimenti ai consumatori sull’inconsistenza dei timori nei confronti della carne suina:
l’Italia non importa carne suina dal Messico da almeno 10 anni;
sono macellati solo gli animali che risultano sani alla visita veterinaria;
il virus non sopravvive a lungo nel suino macellato e viene distrutto in pochi secondi a temperature superiori a 70 C°.


Consulta i siti
- www.who.int/ent
- www.ministerosalute.it