Il Piano parte dalle priorità, gli obiettivi di salute che maggiormente attendono risposte. Vengono indicati gli indirizzi di contrasto alle malattie ad alta specificità (diabete, malattie rare, sclerosi multipla, talassemia), a patologie di particolare rilevanza sociale (demenze, malattia di Alzheimer, malattie reumatiche, malattie endocrine, nefropatie, celiachia, epilessia, obesità), alle patologie con maggiore incidenza epidemiologica (malattie cardiovascolari, l'ictus cerebrale, le malattie respiratorie, l'asma e le malattie allergiche). Per la prima volta anche la medicina del dolore viene inserita di diritto tra i temi della programmazione sanitaria, con la medicina dello sport e la salute della bocca.
C'è poi la parte che riguarda le malattie oncologiche e la radioterapia, che prevede tra l'altro l'istituzione del registro dei tumori della Sardegna e la realizzazione della rete della radioterapia, articolata sul territorio nei centri di Cagliari, Sassari e Nuoro. Infine, nella prima parte del Piano viene ridisegnata la salute mentale in Sardegna, a partire dal Progetto strategico di salute mentale che la Regione predisporrà entro sei mesi proprio sulla base degli indirizzi indicati dal Consiglio regionale.
Gli obiettivi di sistemaLa seconda parte del Piano individua gli obiettivi di sistema: la prevenzione (igiene e sanità pubblica, igiene degli alimenti, sicurezza sui luoghi di lavoro, sanità animale, igiene delle produzioni zootecniche), l'organizzazione dell'attività distrettuale, il sistema della continuità assistenziale (guardie mediche e Unità territoriali di assistenza primaria). Risposte specifiche vengono indicate per le persone con disabilità, per la tutela della salute legata alle nascite, per la neuropsichiatria infantile. Infine le dipendenze, gli abusi di droghe, alcool, fumo, i disturbi alimentari, per i quali si prevede l'assistenza sul territorio e la diversificazione degli interventi.
Anche alla luce dei parametri nazionali sul rapporto posti letto- numero di abitanti, il Piano riorganizza la Rete ospedaliera, per adeguarla alle esigenze della popolazione e garantendo i livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio. L'offerta ospedaliera viene programmata sul modello a raggiera, con un centro di riferimento regionale (Hub) e strutture assistenziali ad esso collegate (spoke): si mira a razionalizzare e riqualificare l'offerta di posti letto superando l'attuale squilibrio territoriale, trasformando i piccoli ospedali in ospedali di comunità, attivando l'ospedalità a domicilio.
La ridistribuzione dell'assistenza ospedaliera sul territorio prevede tra l'altro la costruzione di cinque nuovi ospedali pubblici, del Centro San Raffaele Monte Tabor, il potenziamento dell'Azienda ospedaliera Brotzu, la nascita delle Aziende miste di Cagliari e Sassari.
La riorganizzazione della rete ospedalieraNel dettaglio, nella Asl 1 verranno realizzati due nuovi ospedali: uno a Sassari ed uno ad Alghero. L'ospedale di Ozieri verrà ultimato e ammodernato, quelli di Ittiri e Thiesi diventeranno ospedali di comunità, collegati al Santissima Annunziata di Sassari, e con funzioni territoriali.
Per la Asl 2 è previsto il completamento dei lavori dell'ospedale pubblico di Olbia e la realizzazione della struttura privata del San Raffaele.
Nella Asl 3 viene confermato il ruolo centrale dell'ospedale San Francesco di Nuoro, cui vengono collegati l'ospedale Zonchello (con vocazione pneumologica e riabilitativa) e quello di Sorgono. Nell'area di Nuoro verrà realizzato anche il Centro regionale di sterilizzazione.
Per la Asl 4 dell'Ogliastra – la più piccola dell'Isola - è confermato il ruolo del presidio di Lanusei e un ridimensionamento delle Residenze sanitarie assistite.
Nella Asl 5, conclusa la ristrutturazione del San Martino di Oristano e l'ammodernamento dei presidi ospedalieri, ci sarà un potenziamento dei posti letto a ciclo diurno e un aumento dei posti per post- acuti. Gli ospedali di Bosa e Ghilarza opereranno in rete con il San Martino, mentre un Centro per la cura dell'Alzheimer nascerà nella struttura di Ghilarza.
Per la Asl 6 del Medio Campidano è prevista la realizzazione del nuovo ospedale a San Gavino.
La Asl 7 mantiene i presidi di Carbonia (Sirai) e Iglesias (Cto). Il Santa Barbara di Iglesias diventa ospedale per post acuzie, riabilitazione e lungo degenza. Il Crobu viene riconvertito in struttura per attività ambulatoriali.
La riorganizzazione della rete ospedaliera della Asl 8 (la più grande della Regione) prevede il superamento dell'attuale frammentazione dell'offerta e la concentrazione dell'attività in cinque grandi strutture. Nell'area di Cagliari sorgerà un nuovo ospedale Policentrico, che opererà in rete con il Binaghi di Cagliari, il San Marcellino di Muravera, il San Giuseppe di Isili. Quando sarà a regime il nuovo ospedale, chiuderanno le strutture cagliaritane del Santissima Trinità e l'ospedale Marino. L'ospedale oncologico Businco diventerà riferimento regionale per la rete oncologica, e avrà un nuovo centro per la radioterapia. L'ospedale Microcitemico sarà centro di riferimento regionale e per le aree del Mediterraneo per le microcitemie, le malattie rare, l'attività pediatrica e chirurgica.
Per l'Azienda ospedaliera Brotzu è confermata e potenziata l'attività nel campo dei trapianti, consolidata l'attività cardiovascolare e quella delle patologie traumatologiche, qualificata l'attività delle chirurgie generali.
Infine il Piano richiama il Protocollo d'intesa siglato dalla Regione con le Università di Cagliari e Sassari, definendo la struttura delle Aziende ospedaliero universitarie che sorgeranno nelle due città.
L'ultima parte del documento è dedicata agli strumenti per il funzionamento del sistema: l'analisi del governo clinico, la gestione del rischio clinico, la previsione di un programma aziendale che comprenda la formazione degli operatori e preveda protocolli volti a ridurre il rischio.
Per la prima volta, inoltre, viene istituito l'ufficio del Garante regionale per il diritto alla salute.
Le risorse umanePer quanto riguarda il personale, il Piano mira alla valorizzazione delle risorse umane, attraverso la formazione e con la definizione di politiche che facciano superare la provvisorietà delle dotazioni organiche e il diffuso precariato.
Di competenza del Piano anche l'individuazione delle risorse e la loro ripartizione tra aziende Usl e aziende ospedaliere, nonché gli indirizzi generali per l'integrazione dei servizi sanitari e di quelli socio-assistenziali, gli indirizzi generali per la stipula di convenzioni con le organizzazioni di volontariato e quelli per la formazione.
Si chiude con gli strumenti per l'innovazione e la conoscenza, individuati nel Sistema informativo sanitario, nell'Agenzia regionale per la Sanità, nell'Osservatorio Epidemiologico Regionale, nel Comitato regionale per la Bioetica.
Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 [file.pdf]