SISTEMA SANITARIO DELLA SARDEGNA
Il trattamento integrato
Una volta manifestato il diabete, con l'auspicio che la diagnosi venga fatta il più precocemente possibile, inizia quello che si definisce trattamento integrato, i cui componenti basilari sono:
• comunicare al paziente e ai familiari la diagnosi, specificando il tipo di diabete, informando in maniera semplice e chiara circa lo stato attuale della malattia, fornendo nozioni preliminari sul diabete e patologie correlate (come ipertensione arteriosa, alterazioni del colesterolo e trigliceridi, obesità) e sull'evoluzione della malattia;
• fornire sin dal primo approccio informazioni semplici e chiare sull'alimentazione: principi nutritivi, equilibrio dei nutrienti e percentuale di presenza nel fabbisogno calorico giornaliero;
• tale informazione alimentare deve portare in tempi ragionevoli all'acquisizione di conoscenze tali da permettere una scelta razionale ed equilibrata nell'alimentazione di tutti i giorni, con una particolare attenzione al conteggio dei carboidrati utilissimo per un adattamento personalizzato della dose insulinica prima dei pasti;
• far svolgere l'attività fisica terapeutica con l'obiettivo di avere significativi risultati metabolici capaci di dare una miglior qualità di vita e avere riflessi positivi sull'evoluzione della malattia;
• attuare la terapia farmacologica. Anche se la parola diabete di solito fa pensare immediatamente all'insulina, si può affermare che su 100 persone che hanno il diabete solo un terzo di questi pratica terapia insulinica. Tutte le altre persone con diabete possono essere efficacemente curate con i farmaci che si assumono per bocca o, impropriamente, ipoglicemizzanti orali. Comunque, sia che occorra l'insulina sia che occorra assumere le pastiglie, la terapia farmacologica va strettamente calibrata per la persona che ha il diabete. Questo significa che prima di tutto è necessario tipizzare il paziente: in pratica, in base alla storia clinica, all'esame fisico, ai parametri di laboratorio verrà delineato il profilo di ogni paziente, che consentirà la prescrizione della terapia adatta solo per quel paziente.
• comunicare al paziente e ai familiari la diagnosi, specificando il tipo di diabete, informando in maniera semplice e chiara circa lo stato attuale della malattia, fornendo nozioni preliminari sul diabete e patologie correlate (come ipertensione arteriosa, alterazioni del colesterolo e trigliceridi, obesità) e sull'evoluzione della malattia;
• fornire sin dal primo approccio informazioni semplici e chiare sull'alimentazione: principi nutritivi, equilibrio dei nutrienti e percentuale di presenza nel fabbisogno calorico giornaliero;
• tale informazione alimentare deve portare in tempi ragionevoli all'acquisizione di conoscenze tali da permettere una scelta razionale ed equilibrata nell'alimentazione di tutti i giorni, con una particolare attenzione al conteggio dei carboidrati utilissimo per un adattamento personalizzato della dose insulinica prima dei pasti;
• far svolgere l'attività fisica terapeutica con l'obiettivo di avere significativi risultati metabolici capaci di dare una miglior qualità di vita e avere riflessi positivi sull'evoluzione della malattia;
• attuare la terapia farmacologica. Anche se la parola diabete di solito fa pensare immediatamente all'insulina, si può affermare che su 100 persone che hanno il diabete solo un terzo di questi pratica terapia insulinica. Tutte le altre persone con diabete possono essere efficacemente curate con i farmaci che si assumono per bocca o, impropriamente, ipoglicemizzanti orali. Comunque, sia che occorra l'insulina sia che occorra assumere le pastiglie, la terapia farmacologica va strettamente calibrata per la persona che ha il diabete. Questo significa che prima di tutto è necessario tipizzare il paziente: in pratica, in base alla storia clinica, all'esame fisico, ai parametri di laboratorio verrà delineato il profilo di ogni paziente, che consentirà la prescrizione della terapia adatta solo per quel paziente.