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Tumore dell’ipofisi

convegno
CAGLIARI, 13 SETTEMBRE 2019 - Gli endocrinologi e i neurochirurghi di tutta la Sardegna uniti contro il tumore dell’ipofisi. È l’ambizioso progetto che parte da Cagliari Policlinico Duilio Casula e dal Brotzu e che si allarga a tutta l’Isola. Un pdta (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) che verrà presentato domani, sabato 14 settembre nell’Hotel Su Baione di Abbasanta (inizio 9,30).

L’idea è partita da Andrea Loviselli, direttore della struttura complessa di endocrinologia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, e da Andrea Conti che guida la struttura complessa di Neurochirurgia del Brotzu.

L’obiettivo, spiegano gli organizzatori, è mettere insieme «un team di endocrinologi di tutta la Sardegna (Francesca Pigliaru - AOU Cagliari; Nicola Desogus Osp. " Brotzu"; Paolo Epaminonda - ASSL Cagliari; Giuseppe Fanciulli e Francesca Badessi - AOU Sassari) che si confronti e collabori con radiologi, oculisti, otorinolaringoiatri, neurologi, radioterapisti sulla patologia tumorale ipotalamo ipofisaria, in particolare Acromegalia e Sindrome di Cushing».

L'obiettivo del convegno è quello di promuovere l'informazione anche tra i medici di famiglia per arrivare a una diagnosi più precoce, illustrare le strategie di trattamento e garantire ai pazienti sardi uno standard di diagnosi e cura ottimali, nell'ambito della regione. Il Convegno costituisce un importante momento d’incontro tra medici specialisti di diverse strutture ospedaliere, ambulatoriali e medici di base della Sardegna.

«Si tratta di patologie che hanno un alto impatto sulla qualità di vita – spiegano Francesca Pigliaru e Nicola Desogus , – perché possono dare luogo a specifiche sindromi da iperproduzione di diversi ormoni e perché si tratta di tumori che crescono in un punto delicato alla base del cervello con possibile riduzione della vista o interferenze con i centri della fame e della sazietà. Ci sono molte possibilità terapeutiche a disposizione per i pazienti affetti da patologie ipofisarie: la prima rimane, quando possibile, quella chirurgica perché l’intervento del neurochirurgo in presenza di un tumore circoscritto può permettere la guarigione completa. Quando l’opzione chirurgica non è possibile il paziente viene sottoposto a terapia medica e in alcuni casi anche radioterapia».