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Farmaci salva-vita, inutili o dannosi

In Italia l'incidenza delle malattie mortali infantili si è ridotta in modo notevole. La maggior parte dei disturbi infantili causa di certo fastidio e disagio ma non rappresenta un pericolo per la vita o per la crescita del bambino. Le malattie gravi sono rare. Il tumore per esempio, una delle cause principali di mortalità infantile, ha una rilevanza statistica bassa. I farmaci che combattono il tumore sono essenziali - li possiamo definire salva-vita - ma fortunatamente il loro uso è necessario solo per due bambini su mille.
Anche le infezioni possono rivelarsi un problema serio, ma solo raramente sono molto gravi. Tra queste possiamo annoverare, per esempio, la meningite che però è meno frequente del tumore (si verifica un caso ogni mille bambini nati).

Gli antibiotici
Molte infezioni guariscono addirittura da sole, altre possono essere facilmente curate con l'uso dei farmaci adatti. Sono forse le infezioni a causare però l'utilizzazione più inappropriata dei medicinali. In effetti alcune di esse sono causate dai batteri (alcuni tipi di otiti, infezioni bronco-polmonari gravi, tonsillite, congiuntivite), altre invece sono di origine virale (molte otiti, l'influenza, il raffreddore, alcuni disturbi intestinali). Le infezioni di origine batterica si possono combattere con gli antibiotici mentre per quelle di origine virale l'uso degli antibiotici è assolutamente inutile se non sconsigliabile poiché l'assorbimento sconsiderato di questi farmaci può sviluppare la resistenza a questi principi attivi vanificando l'efficacia di una cura antibiotica nel momento in cui invece si rivelasse necessario adottarla.

L'uso sconsiderato degli antibiotici può anche avere un importante impatto ambientale che alla lunga si ripercuote sulla salute di tutti. In effetti queste sostanze disperse nell'ambiente distruggono le forme batteriche più deboli ma contribuiscono a rinforzare i microrganismi più forti che sviluppano una forte resistenza all'azione degli antibiotici trasformandosi in agenti patogeni difficili da debellare.

Nelle stesse infezioni di origine batterica bisogna saper scegliere quale antibiotico sia adatto a sconfiggere una determinata malattia. Nessuna di queste sostanze distrugge tutte le specie di batteri. La penicillina per esempio elimina lo pneumocco che causa la polmonite ma è inutile per contrastare altre infezioni batteriche. Molti germi inoltre, per esempio quelli presenti nell'intestino, sono molto utili per il funzionamento dell'organismo e bisogna cercare di rispettare la loro presenza. A volte è quindi inutile scatenare una sorta di "guerra atomica" per combattere una sola malattia che passerebbe comunque da sola. Inoltre non bisogna sottovalutare l'aspetto economico delle cure antibiotiche usate male e a sproposito. Secondo delle inchieste recenti, per esempio, in Italia tra i 20 farmaci più prescritti per le malattie comuni infantili figurano il ceftriaxone e la ceftazidima, antibiotici somministrato con iniezioni intramuscolari, che sarebbe da riservare quasi esclusivamente a terapie effettuate in ospedale.

Ci sono inoltre farmaci che non curano la causa della malattia ma danno sollievo, fanno passare il fastidio o il dolore, riducono insomma i sintomi della malattia. Ma anche in questo caso bisogna adottare dei comportamenti prudenti. I sintomi sono necessari per identificare il disturbo o mostrano che l'organismo sta reagendo alla presenza degli agenti patogeni. L'esempio più caratteristico è la febbre. Quando il disagio è di natura benigna (un po' di tosse, un po' di febbre) e non si prolunga nel tempo esistono piccoli accorgimenti naturali che diminuiscono il fastidio. Si evita così di usare farmaci comunque poco graditi all'organismo e per di più non si effettuano spese inutili.

Per somministrare i farmaci in modo appropriato e quando veramente necessario bisogna imparare a valutare bene l'ampiezza del disturbo, non farsi prendere dal panico correndo subito in farmacia e in caso di dubbio prima di dare una qualunque medicina al bambino, è opportuno chiedere sempre il parere del pediatra.