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Molecole identiche con indicazioni diverse

In Italia (e in pochi altri Paesi europei) è concesso all'industria che commercializza un farmaco di cedere la licenza a un'altra industria che può pertanto vendere la stessa molecola con un nome commerciale diverso.
Questo fenomeno è chiamato "comarketing". Ad esempio, l'ubidecarenone è commercializzato da 11 industrie che hanno fatto approvare dall'agenzia regolatoria i propri farmaci con (ovviamente) 11 nomi diversi: Comet, Decafar, Decorenone, Iuvacor, Mitocor, Ubicor, Ubidenone, Ubidex, Ubimaior, Ubiten, Ubivis.

Tutti i farmaci che contengono la stessa molecola hanno le stesse indicazioni. Ma non sempre: si possono verificare anche situazioni paradossali. Un esempio. L'industria che detiene il brevetto del lisinopril (AstraZeneca) e lo commercializza con il nome di Zestril l'ha concesso in vendita anche alla Mediolanum Farmaceutici, che lo vende con il nome di Alapril, e alla Bristol-Myers Squibb, che lo vende con il nome di Prinivil. Negli anni successivi l'AstraZeneca ha svolto una ricerca nella quale è stato dimostrato che il lisinopril riduce il rischio di retinopatia diabetica e ha ottenuto l'estensione dell'indicazione per il proprio lisinopril (Zestril) con la seguente dicitura: "Riduce il rischio di retinopatia in pazienti normotesi affetti da diabete mellito insulino-dipendente". Questa indicazione però non è stata concessa alle altre due industrie.
Il medico potrebbe prescrivere solo lo Zestril per ridurre il rischio di retinopatia e non le identiche molecole che sono vendute con nomi commerciali diversi.