L'approvazione di un'indicazione terapeutica vale solo per la molecola che ha dimostrato di essere efficace in quello specifico contesto. L'indicazione non può essere estesa a tutte le molecole appartenenti alla stessa classe terapeutica. Dal punto di vista teorico, data l'affinità tra molecole che agiscono con lo stesso meccanismo d'azione, si potrebbe supporre che un'azione dimostrata con un farmaco possa essere ottenuta anche con uno simile; ma non può essere accettata l'estensione automatica all'intera categoria omogenea delle proprietà di un farmaco per una semplice proprietà transitiva (vedi nota 1).
Un esempio. Nel 2005 risultano in commercio in Italia 14 ACEinibitori. Tutti sono approvati per ridurre la pressione arteriosa, 10 per il trattamento dell'insufficienza cardiaca, 5 per il trattamento dell'infarto miocardico (con modalità leggermente diverse tra una molecola e l'altra), 2 per il trattamento della nefropatia diabetica, 1 per il trattamento della"nefropatia conclamata in soggetti non diabetici per rallentare la velocità di progressione dell'insufficienza renale e lo sviluppo di insufficienza renale terminale" e 1 per la prevenzione degli eventi cerebrovascolari (questa indicazione non è approvata in nessun altro Paese europeo).
Attenendosi alle indicazioni riportate nella scheda tecnica dovrebbero essere usati solo 5 ACE-inibitori per il trattamento dei pazienti con infarto cardiaco; per gli altri non ci sono dati che autorizzino l'uso per tale patologia.
Note:
1. "Prescrizione dei farmaci per indicazioni diverse da quelle autorizzate". Bollettino di Informazione sui Farmaci 1999; 6:35-9.