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Radon

RADON
Cosa è il Radon
E' un gas radioattivo di origine naturale - inodore, incolore, insapore - presente sulla Terra in concentrazioni variabili da zona a zona, si disperde rapidamente in atmosfera, mentre si concentra negli ambienti chiusi e viene, quindi, considerato un inquinante tipicamente indoor.

Da dove proviene il Radon
Proviene principalmente dal suolo, soprattutto dalle rocce presenti nel sottosuolo, specie se di origine vulcanica (graniti, pozzolane, tufi, lave) in quanto particolarmente ricche di uranio (progenitore del radon), secondariamente dai materiali da costruzione che da queste derivano e, in minor misura, dall’acqua.
Esso deriva dal decadimento nucleare del radio all’interno della catena di decadimento dell’uranio di origine naturale, presente nelle rocce e nel terreno.
Il suo isotopo più stabile è il radon-222 che decade nel giro di pochi giorni, emettendo radiazioni alfa (particelle costituite da nuclei di elio) e formando i suoi cosiddetti figli, ossia prodotti di decadimento tra cui il polonio-218 e il polonio-214 (emettitori alfa), piombo 214 e bismuto 214 (emettitori beta e gamma).

Effetti sulla salute
Il radon presente nell’aria viene inalato e, essendo un gas inerte, in gran parte espirato, mentre i prodotti di decadimento, a loro volta radioattivi, si legano al particolato ultrafine (con diametro inferiore a 1 µm), al fumo di sigaretta, al vapore acqueo o rimangono sospesi nell'aria e, quando vengono inalati, sono trattenuti a livello bronchiale e irraggiano le cellule basali dell’epitelio con conseguente danno al DNA e aumento del rischio di tumore polmonare; il rischio di tumore polmonare aumenta con l’aumento dell’esposizione a lungo termine, essendo proporzionale alla concentrazione in aria nei vari ambienti di vita (case, scuole, ambienti di lavoro, etc.) e al tempo ivi trascorso.
Esiste una sinergia tra esposizione al radon e fumo da tabacco: i fumatori esposti al radon presentano un rischio circa 15 volte superiore rispetto ai non fumatori esposti alle stesse condizioni.

Le «azioni di Rimedio»
Il rischio radon può essere ridotto diminuendo l'esposizione degli individui al radon. Le «azioni di rimedio» sono efficaci ed economiche.
I principali sistemi di riduzione della concentrazione negli edifici, quelle che sono chiamate nella normativa “azioni di rimedio”, tendono a limitarne l’ingresso nell’edificio e/o ad aumentare il ricambio dell’aria interna attraverso l’immissione di aria esterna (che contiene valori molto bassi di concentrazione di radon). Di seguito si riporta il paragrafo “La riduzione della concentrazione di Radon indoor” estratto dall’allegato C degli “Indirizzi in materia di sostenibilità ed eco-compatibilità nella costruzione/ristrutturazione di edifici al fine di migliorare la qualità dell’aria indoor, anche in relazione al rischio radon, per orientare i regolamenti edilizi in chiave eco-compatibile” allegati alla D.G.R. n. 5/31 del 29.01.2019.

Estratto dall’Allegato C - La riduzione della concentrazione di Radon indoor [file.pdf]

Nell’ambito del Piano Regionale di Prevenzione (adottato con la D.G.R. n. 30/21 del 16.6.2015 e rimodulato e prorogato al 31.12.2019 con la D.G.R. n. 33/9 del 26.6.2018) è stata effettuata un’apposita indagine (della durata di un anno) per approfondire le conoscenze sulla distribuzione della concentrazione di radon negli edifici (abitazioni e scuole), al fine di classificare il territorio regionale con individuazione delle aree a rischio radon, come peraltro previsto nel D.Lgs. 230/1995 e s.m.i. e nell’Allegato 1 del DPCM 12/01/2017 (relativo alla definizione e all’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza).

A tale scopo, a seguito di finanziamento ad hoc dell'Assessorato dell'Igiene e Sanità e dell'Assistenza Sociale, è stata stipulata apposita convenzione tra la ex Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Cagliari, in qualità di capofila in materia di salute e ambiente, e l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Sardegna (ARPAS), per l'attuazione del Progetto “Classificazione del territorio regionale con individuazione delle aree a rischio radon”.

L'ARPAS, così come riportato nel Rapporto Finale del Progetto, al fine di classificare le aree del territorio regionale in relazione alle concentrazioni di radon indoor:
- ha individuato nel valore della probabilità di superamento del valore di riferimento di 300 Bq/m3, definito dalla Direttiva 59/2013/Euratom, la grandezza significativa per classificare il territorio regionale;
- in attesa delle indicazioni derivanti dal recepimento della Direttiva 59/2013/Euratom e dal previsto Piano Nazionale d'Azione per il Radon, ha individuato quali aree a rischio radon tutti i territori comunali nei quali la probabilità di superare il livello di riferimento di 300 Bq/m3 interessa più del 30% degli edifici.

- Rapporto Finale ARPAS Classificazione aree a rischio radon [file.pdf]
- Allegati Rapporto Finale ARPAS Classificazione aree a rischio radon [file.pdf]

Con Deliberazione n. 7/49 del 12.02.2019, la Giunta Regionale ha proceduto, prendendo atto dei risultati del Progetto attuato dall'ARPAS, alla classificazione del territorio regionale con individuazione delle aree a rischio radon.

- DGR n. 7/49 del 12.02.2019 [file.pdf]

Informazione a cura dell'Urp della Sanità

ultimo aggiornamento 22 marzo 2019